Sei in Umbria e vuoi provare tutte le esperienze tipiche della zona? Io ti consiglio di iniziare da una degustazione di vino alla Cantina Berioli.
Le terre dell’Umbria sono particolarmente adatte ai vigneti e per questo una delle esperienze da non perdere in un viaggio in questa regione è sicuramente una degustazione di vino.
Perché venire alla cantina Berioli ?
Perché è un’azienda a conduzione familiare, intima, che ogni giorno dedica tanto tempo e passione dietro ai suoi vigneti. Ma non è finita qui perché dal 2017 tutta l’azienda è stata riconvertita a biologica.
Ormai è risaputo quanto io stia attenta alla sostenibilità e all’impatto ambientale e aver avuto la possibilità di fare una degustazione in una cantina biologica è stato incredibile.
Sommario:
La storia della Cantina Berioli
Quella che oggi è la Cantina Berioli un tempo era un casolare di una famiglia contadina che grazie ai suoi terreni coltivava il grano e gli ulivi. Nel corso degli anni ci furono tante ristrutturazioni e modiche fino a quando nel 1998, grazie a Roberto, il proprietario, si iniziò a produrre vino da vendere.
La loro filosofia?
Impegnarsi nel quotidiano per ottenere grandi risultati nel futuro.
Anche il loro stesso stemma rimanda a questa ricerca di lentezza e di attenzione per i dettagli: le tre lumache su una scala e la scritta in latino “festina lente” che letteralmente significa “affrettati lentamente”, rispecchiano perfettamente il loro stile di vita e di lavoro.
L’azienda della Cantina Berioli
L’azienda Berioli è divisa in 12 ettari, 6 di questi sono a bacca rossa e 6 a bacca bianca.
I 6 a bacca rossa sono divisi in:
- 4 Merlot
- 1 Sangiovese
- 1 Cabernet Sauvignon
Mentre i 6 a bacca bianca sono divisi in:
- 4 Grechetto
- 1 Chardonnay
- 1 Trebbiano
Degustazione di vino alla cantina Berioli
Iniziamo con il primo vino bianco assaggiato: il Maldestro Chardonnay un vino bianco del 2019 maturato in acciaio e poi imbottigliato.
Presenta una gradazione alcolica del 13% ma in bocca risulta molto equilibrato, morbido e con delle leggere note tropicali.
Si abbina molto bene ad aperitivi, antipasti ma anche con i primi e il pesce.
Il secondo e il terzo vino assaggiato invece derivano entrambi da una selezione di uve Grechetto, appartengono alla stessa vendemmia ma presentano due modalità enologiche diverse.
- il primo, il Toppobianco riceve la stabilizzazione solo in acciaio e ha una gradazione del 14%;
- il secondo, il Vercanto, rimane in una botte Francese per 2/3 mesi e ha una gradazione del 12.5%;
Grazie a questa differenza il Toppobianco viene utilizzato più per il quotidiano. Infatti è il classico vino di casa che si sposa bene con tutti i piatti.
Mentre il Vercanto risulta più strutturato e complesso, è infatti un vino nobile, addolcito grazie al legno della botte.
Si abbina molto bene con il pesce di mare, tartare, crostacei e molluschi, l’importante è che non ci sia il pomodoro perché gli fa perdere i toni vanigliati del legno.
Ad ogni modo sono entrambi vini che vanno controtendenza perchè normalmente si tende a bere i vini bianchi dell’ultima annata mentre entrambi sono del 2017.
Passando invece ai vini rossi il primo ad essere assaggiato è stato il Topporosso, un vino ottenuto dalla selezione di uve Sangiovese/Merlot/Cabernet.
E’ un vino del 2018 e ha una gradazione alcolica del 14%.
Presenta un colore elegante, rosso rubino con riflessi violacei e ha un’intensità olfattiva persistente però in bocca non è invadente.
Questo vino viene stabilizzato solo in acciaio ma grazie alle caratteristiche del Merlot ha un buon tannino delicato e al gusto non appare legnoso.
Proprio grazie alle sue note tenui infatti si abbina bene ai salumi e alla carne grigliata.
Il penultimo vino assaggiato invece è lo Spiridione ottenuto da una selezione di uve Merlot (100%) ed è un vino che rimane in sosta almeno 18 mesi in Barriques di rovere francese prima di essere imbottigliato ed etichettato.
In questo caso ho avuto la possibilità di assaggiare sia lo Spiridione del 2015 sia del 2017.
La differenza?
Nel 2017 l’azienda si è convertita in biologica e quindi abbiamo assaggiato sia lo Spiridione in chiave biologica che non, infatti come si vede dalla foto pur essendo lo stesso vino presentano due colori molto diversi.
Per quanto riguarda i gusti invece, l’annata del 2015 risulta più equilibrata e matura mentre quella del 2017 ha una qualità di gran lunga superiore però necessita di qualche anno per esplicitare le sue qualità.
Quest’ultimo può essere servito con il cioccolato e anche a carni abbinate a salse, è un vino da meditazione quindi è ideale anche per i fuori pasto.
L’ultimo vino assaggiato invece è il Vinsanto, un prodotto storico di Sperello, che subisce una vendemmia tardiva.
E’ un vino che si sposa molto bene con gli antipasti, oppure servito a fine pasto o con dolcetti secchi o formaggi.
In tutto la degustazione è costata 15€ a testa.
Produzione di olio alla cantina Berioli
Oltre alla produzione di vino alla cantina Berioli viene prodotto anche l’olio grazie ai loro ulivi centenari che gli permettono di produrre 4 quintali di olio l’anno.
Ho avuto la possibilità di assaggiare durante la degustazione di vino anche il loro olio chiamato Verdelago e l’ho trovato delizioso. Normalmente nell’olio c’è sempre una nota piccante o amara che domina, ma in queste zone viene prodotto un olio più leggero, che per questo piace molto anche ai bambini.
Si sposa molto bene con le zuppe e le insalate.
Ma cosa significa produrre vino tramite un’agricoltura biologica?
Questa scelta di convertirsi ad un’agricoltura biologica e, quindi, di produrre vino biologico è nata principalmente dalla volontà da parte di Roberto e dei suoi collaboratori, di offrire a noi consumatori un prodotto di qualità.
Il loro obiettivo è quello di raggiungere un modello di sviluppo sostenibile, che non solo rispetti l’ambiente, ma che salvaguardi anche la salute del consumatore. Infatti un vino biologico ha il vantaggio di presentare le intrinseche caratteristiche naturali e il pregio di non essere intaccato da prodotti chimici che ne alterino la struttura.
Ma veniamo a noi, un vino può definirsi biologico quando proviene esclusivamente da uve 100% biologiche, ovvero coltivate senza l’aiuto di prodotti chimici di sintesi e senza l’impiego di organismi geneticamente modificati.
Per questi motivi nel vigneto non si possono usare fertilizzanti chimici, diserbanti, pesticidi e insetticidi.
La Cantina Berioli, sceglie quindi concimi organici e pratiche colturali naturali, come, ad esempio, il sovescio.
Infatti grazie al sovescio si piantano fra i filari alterni della vigna, delle leguminose, che hanno la capacità di catturare l’azoto dall’aria e di fissarlo nelle radici. Tutto ciò viene fatto perché l’azoto è uno dei macroelementi di cui si nutre la pianta e che la aiuta a crescere.
Inoltre per evitare l’uso di antiparassitari contro malattie fungine o insetti, la Cantina Berioli ricorre a trattamenti di origine naturale.
Viene infatti utilizzato il rame con un dosaggio di 4kg per ettaro perchè aiuta a combattere la peronospora.
Mentre contro la tignola, il parassita più dannoso della vigna vengono usati dei diffusori di feromoni per creare “confusione sessuale”. Questo perchè la femmina della tignola depone le uova sugli acini acerbi, le larve penetrano nell’acino e lo danneggiano, causando così lo sviluppo di funghi e batteri. Ma utilizzando questi diffusori si impedisce l’accoppiamento e la fecondazione evitando così l’incontro del maschio con la femmina.
Un altro insetticida biologico che utilizzano è il bacillus thuringiensis, un batterio naturale, nocivo per alcune larve e insetti, ma esente da ogni tipo di tossicità nei confronti dell’uomo.
Infine la Cantina Berioli, per evitare l’aggiunta della solforosa, usata come conservante per contrastare l’ossidazione del vino, prevenire lo sviluppo microbico e bloccare fermentazioni indesiderate ha deciso di attuare una raccolta manuale.
In questo modo riescono ad arrivare in cantina con uve integre evitando così l’aggiunta della solforosa.
Perchè scegliere un vino biologico?
La differenza sostanziale è che i vini biologici non contengono sostanze chimiche e, rispetto ai vini convenzionali hanno un valore aggiunto: rispettano e salvaguardano l’ambiente ed il consumatore.
Come potrai ben immaginare c’è un grande sforzo da parte di coloro che producono biologico e tutto questo impegno è importante venga riconosciuto.
La cantina Berioli proprio perché ha deciso di seguire in prima persona ogni fase della viticoltura produce solo 60 mila bottiglie l’anno contro le 60 mila bottiglie prodotte al giorno di un’azienda non biologica.
La differenza è abissale e questo dimostra tutto l’impegno e la cura che è necessario avere per produrre un vino biologico di qualità.
Come arrivare alla Cantina Berioli
La Cantina si trova a Montesperello, un paesino che si trova a mezz’ora da Perugia, quindi come potrai ben immaginare non ci sono autostrade che collegano la zona ma strade statali.
Io per esempio da Rimini ho preso l’autostrada fino a Fano e poi ho preso la strada statale SS3 fino a Gubbio e da lì la strada SS728 fino a Montesperello, la cantina si trova infatti a 2 minuti di macchina dal Castello di Montesperello.
Per quanto riguarda il parcheggio invece non ci sono assolutamente problemi perché una parte del terreno è stata adibita a posti auto.
Se dovessi trovarti in Umbria ti consiglio di cuore di venire a fare una degustazione di vino alla Cantina Berioli magari soggiornando nel meraviglioso Relais il Cantico della Natura che si trova proprio a 2 km dalla cantina. Qual’ora invece fossi curis* di assaggiare i loro vini ma non avessi la possibilità di venire qua, potrai sempre fare un ordine sul loro sito.
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